Li Chenxi partecipa alle riunioni e legge la Bibbia assieme ai genitori sin da piccola. Nel 1988, ad appena 13 anni, durante una riunione viene arrestata e rinchiusa in una stanza piccola e buia per un giorno e due notti. Da quel momento, il PCC non smette mai di perseguitarla. Viene di nuovo incarcerata a 17 anni per aver inviato libri delle parole di Dio ad altri fratelli e sorelle nella Chiesa. Nel tentativo di costringerla a rivelare da dove provenissero quei libri, la polizia picchia brutalmente il padre davanti ai suoi occhi e la fa sfilare per le strade etichettandola come "prigioniera politica". Nel 1996, la polizia va ad arrestare per l'ennesima volta Li Chenxi. Questa non può fare altro che lasciare la città natale e iniziare una vita da fuggiasca. Le frequenti intimidazioni e persecuzioni da parte della polizia del PCC gettano tutta la sua famiglia in un continuo stato di terrore. Incapace di sopportare così a lungo lo stress e la paura, la madre ha un crollo nervoso, mentre le condizioni del padre, che aveva già avuto problemi di salute, peggiorano ancor di più a causa delle percosse subite da parte della polizia. Una famiglia che un tempo era felice viene così distrutta. Durante la latitanza, Li Chenxi si unisce ai fratelli e sorelle nella diffusione del Vangelo in tutto il Paese. Il regno del terrore instaurato dal PCC reca loro sofferenza; vengono oppressi e arrestati ripetutamente. Alcuni fratelli e sorelle sono arrestati e poi torturati selvaggiamente. Qualcuno muore per le percosse subite, mentre altri vengono condannati a oltre 10 anni di detenzione. Alla fine del 2012, Li Chenxi è arrestata di nuovo mentre diffonde il Vangelo e viene sottoposta a quattro lunghi mesi di interrogatori, tentativi di estorcerle confessioni e indottrinamento......