Nell’aprile del 2015 sono arrivata in Giappone, un bellissimo Paese in cui avevo desiderato di vivere per lungo tempo. Osservando l’ambiente e la società, ero desiderosa di trovare un lavoro per poterci vivere bene.
Qualche tempo dopo, un signore mi disse che era difficile per gli stranieri trovare un lavoro in Giappone, ma che con un patentino da Agente Immobiliare sarebbe stato molto più facile. Per questo motivo, dopo essermi diplomata presso la scuola di lingue, senza alcuna esitazione, scelsi di laurearmi in Economia perché gli studenti di Economia hanno bisogno di fare un tirocinio lavorativo per ottenere dei certificati. Dopo un periodo di duro lavoro, passai finalmente l’esame da Agente Immobiliare.
Per rendere il mio curriculum rimarchevole e aumentare le mie possibilità di impiego, oltre al patentino da agente immobiliare presi molti altri certificati. Pesavo: avendo così tanti certificati, non solo le compagnie immobiliari ma anche altre compagnie mi vorranno assumere, questo pensiero mi dava felicità.
Qualche tempo dopo, sicura di me, cominciai a inviare il mio curriculum ad alcune compagnie. Inaspettatamente, ottenni solo rifiuti che mi resero confusa. Le compagnie immobiliari non sono alla ricerca di persone in possesso di certificati da Agente Immobiliare? Non solo ho i requisiti richiesti ma anche molti altri certificati e parlo il cinese che è utile per fare affari con paesi d’oltre oceano. Perché allora non riesco nemmeno a ottenere un colloquio? Per ottenere questi certificati avevo speso molte energie ma, nonostante ciò, non riuscivo ancora a trovare un lavoro. Avrò un’altra occasione? Di fronte a questi pensieri mi sentivo molto triste e avevo ancora meno fiducia nella possibilità di trovare un lavoro.
Ben presto il periodo delle assunzioni si concluse. Molte compagnie non assumevano più, figuriamoci poi dei lavoratori stranieri. Pensai, allora, di chiedere aiuto a un mio professore, ma anche questa volta non riuscii a trovare un lavoro. Vedendo che tutti gli altri miei compagni di classe ce l’avevano fatta, eccetto me e un altro studente straniero, mi sentii più ansiosa preoccupandomi di non poter trovare un lavoro e restare in Giappone.
Per le successive due settimane mandai curriculum senza sosta ma non riuscii a trovare un lavoro e, durante questo periodo, vissi nella preoccupazione e nel dolore. Pensavo: “Cosa farò se non riuscirò a trovare un lavoro?” Realizzando che la mia situazione non era buona, mi ricordai di Dio e parlai della mia situazione a una sorella, che mi lesse un passo della parola di Dio: “Alcuni scelgono una buona specializzazione all’Università e, dopo la laurea, trovano un lavoro gratificante, muovendo un primo passo trionfante nel viaggio della vita. Altri acquisiscono e padroneggiano molte competenze diverse, ma non trovano mai un lavoro idoneo o una posizione adeguata, né tantomeno fanno carriera; all’inizio del viaggio della vita si ritrovano frustrati a ogni piè sospinto, assillati dai problemi, con prospettive pessime e un’esistenza incerta. […] Indipendentemente dalle differenze di talento, quoziente intellettivo e forza di volontà, la gente è tutta uguale di fronte al destino, il che non fa distinzione fra il grande e il piccolo, l’alto e il basso, l’eccelso e il misero. Quale occupazione si persegue, che cosa si fa per vivere e quanta ricchezza si accumula nel corso della vita sono fattori che non vengono decisi dai genitori, dai talenti, dagli sforzi o dalle ambizioni, bensì sono prestabiliti dal Creatore”. La sorella continuò: “Il nostro destino è dettato e pianificato da Dio. Anche i lavori che faremo sono stabiliti da Dio e non dipendono dai nostri sforzi o dalla nostra situazione. Anche il momento in cui troveremo un lavoro è nelle mani di Dio. Quello che dobbiamo fare è credere che i piani di Dio siano sempre i più adatti a noi e dobbiamo viverli con calma”. Dopo aver ascoltato la sorella, capii che il lavoro che avrei dovuto fare era prestabilito da Dio. In passato non conoscevo la sovranità di Dio e, per questo, confidavo solo nella mia capacità di ottenere un buon lavoro, riponendo le mie speranze in diplomi e titoli. Non riuscendo a raggiungere i risultati che volevo sono diventata pessimista e ho cominciato a lamentarmi. La mia sofferenza era in realtà il risultato della mia disubbidienza alla sovranità di Dio. Quando compresi questo, mi sentii sollevata.
Successivamente, lessi un altro passo della parola di Dio: “Gli esseri umani trascorrono gran parte del tempo vivendo in uno stato inconsapevole. Non sanno se sia giusto fare affidamento su Dio o su sé stessi. Poi il più delle volte scelgono di fare affidamento su sé stessi, sulle condizioni e sugli ambienti favorevoli che li circondano, nonché su persone, eventi e cose che li circondano e che sono vantaggiosi per loro. Ecco in che cosa riescono meglio gli esseri umani. Ciò in cui riescono peggio è fare affidamento su Dio e guardare a Dio, perché ritengono che guardare a Dio sia un fastidio troppo grande. Non Lo vedono né Lo percepiscono e ritengono che fare così sia vago e non realistico. Perciò gli esseri umani hanno i peggiori risultati in questa lezione, e il loro accesso qui è il più superficiale. Se non impari come guardare a Dio e fare affidamento su Dio, non vedrai mai l’opera che Dio compie su di te, né la guida e l’illuminazione che Egli ti offre. Se non riesci a vedere queste cose, l’interrogativo se Dio esista o no, se guidi o no ogni cosa nella vita dell’umanità si concluderà, nel profondo del cuore, con un punto di domanda e non con un punto fermo o un punto esclamativo. ‘Dio guida ogni cosa nella vita dell’umanità?’ ‘Dio osserva nel profondo il cuore dell’uomo? ’ Questo sarà fastidioso. Per quale motivo lo rendi interrogativo e aggiungi un punto di domanda? Se non fai davvero affidamento su Dio o non guardi a Lui, non potrai generare una vera fede in Dio. Se non sai generare una vera fede in Dio, i punti di domanda ci saranno sempre per ogni cosa che Dio farà, e non ci saranno punti fermi”. Dopo aver letto le parole di Dio pensai che, pur credendo in Dio, non avevo realmente compreso la Sua sovranità o l’avere davvero fede in Lui. Per quanto riguarda la ricerca lavorativa, non avevo mai confidato o guardato a Dio per sperimentare la Sua opera ma avevo sempre confidato nelle mie capacità pensando che, dal momento che sapevo parlare sia cinese che giapponese e che avevo così tanti certificati, non sarebbe stato difficile trovare un lavoro. Tuttavia, alla fine, non ero riuscita neanche a ottenere un colloquio e ciò mi aveva resa pessimista e mi aveva fatto dubitare di me stessa. Dio, pianificando tale situazione, voleva che imparassi a confidare in Lui e a sperimentare la Sua opera in modo che la mia fede in Lui potesse aumentare. Conoscendo la volontà di Dio, provai gratitudine e decisi di affidare la mia ricerca di un lavoro a Lui. Che riuscissi a trovare un lavoro o meno, volevo ubbidire a Dio e affidarmi ai Suoi piani.
Il giorno seguente, mentre cercavo lavoro su internet come facevo sempre, scoprii che un’agenzia immobiliare situata nel centro di Tokyo stava assumendo studenti stranieri. Il lavoro offerto prevedeva pochi straordinari e garantiva regolarmente giorni di riposo, quindi non avrebbe inciso sulla mia fede in Dio o sulla mia presenza agli incontri. È davvero il lavoro ideale per me. Non è forse stato preparato da Dio appositamente per me? Mandai il curriculum all’agenzia e con mia grande sorpresa, dopo pochi minuti, mi chiamarono per fissare una data per il colloquio. Dopo aver riagganciato continuai a ringraziare Dio: quando avevo confidato in Lui e Gli avevo affidato la mia ricerca di un lavoro, Egli aveva aperto una strada per me.
Nonostante l’entusiasmo, però, ero preoccupata. Essendo introversa e non molto brava nel comunicare con gli altri, in passato, prima di ogni colloquio, ero solita ripetermi le risposte alle possibili domande; durante il colloquio, però, dimenticavo tutto ciò che avevo preparato a causa della tensione e dell’insicurezza. Non essendomi preparata per questo improvviso colloquio, come avrei potuto superarlo senza problemi? Poi ricordai queste parole di Dio: “Non sono sole in questo mondo. Godono della sollecitudine di Dio ed Egli è con loro; esse possono sempre appoggiarsi a Lui, che è la famiglia di ciascuno dei Suoi seguaci. Così gli uomini non saranno più soli né indifesi, […]” È vero: apparentemente feci il colloquio da sola, ma in realtà Dio era sempre stato al mio fianco; Dio è la fonte di vita di tutte le cose ed è sovrano su tutte le persone, gli eventi e le cose; quando confido in Lui, Egli mi guida lungo il cammino. Quando Mosè guidò Israele fuori dall’Egitto non era bravo nel parlare ma, grazie alla sua fede in Dio completò la missione affidatagli da Lui. Tutti questi pensieri infusero forza nel mio cuore: Dio era la mia retroguardia e Colui nel quale confidavo. Avrei dovuto imparare a confidare in Lui.
Prima del colloquio pregai Dio senza sosta, chiedendoGli di guidarmi. Grazie Dio! Durante il colloquio non mi sentii nervosa e riuscii a comunicare bene con l’intervistatore.
Sulla strada di casa cantai inni, sentendomi felice e sollevata. Grazie Dio! Attraverso questa esperienza sentii che davvero Dio era al mio fianco: quando avevo confidato in Lui e guardato a Lui, Egli mi aveva guidato con le Sue parole che non si rivelarono vane. Da allora la mia fede in Dio è cresciuta.
Al secondo colloquio presto seguì il terzo, durante il quale sarei stata intervistata da due capi di dipartimento. A questo pensiero non potevo fare a meno di essere preoccupata e pensare: “Questi due intervistatori sono capi che forse saranno severi con me durante il colloquio. Se non fossero soddisfatti di me e mi rifiutassero, dovrei ricominciare tutto da capo. Nonostante questo posso confidare in Dio: potrebbero mai assumere una persona che non parla fluentemente giapponese e ha un basso livello?” Più ci pensavo, meno ero sicura di me.
Il giorno del colloquio mi sentivo ancora spaventata. Sapendo che c’era qualcosa che non andava nella mia condizione, parlai della mia difficoltà a una sorella. Lei mi lesse un passo della parola di Dio: “Dio è l’unico Signore dell’uomo, Dio è l’unico Padrone del destino umano e perciò all’uomo è impossibile dettare il proprio destino, gli è impossibile evitarlo. Per quanto siano grandi le loro capacità, le persone non possono influenzare, tantomeno disporre, organizzare, controllare o cambiare il destino degli altri. Soltanto l’unico vero Dio detta tutte le cose per l’uomo, perché soltanto Lui possiede l’autorità unica di detenere la sovranità sul destino umano; dunque, soltanto il Creatore è l’unico Padrone dell’uomo. […]” Poi la sorella commentò: “Tutte le cose sono guidate da Dio. Apparentemente passare il colloquio dipende dall’intervistatore, ma in realtà dipende da Dio. Sei legata e influenzata dallo stato delle cose e metti al primo posto le decisioni prese da un uomo, trascurando il posto di Dio nel tuo cuore e la Sua autorità. Dio è il Creatore: finché confidiamo il Lui, Egli ci guiderà”. Ascoltando le parole della sorella non mi sentii più spaventata. È vero: Dio è il solo sovrano del mio destino. Passare il colloquio dipende dalle regole e dal piano di Dio. Dovrei sottomettermi ai Suoi piani e alle Sue decisioni senza affidarmi alle decisioni personali. Pensando a questo, mi sentii rassicurata e sollevata.
Dopo aver messo ordine nella mia mente, con calma feci il colloquio. Quando mi posero le domande a cui non sapevo rispondere, e quando non riuscivo a esprimere le mie idee liberamente in giapponese, non mi sentivo nervosa o spaventata perché sapevo che la possibilità di superare il colloquio era nelle mani di Dio: dovevo solo fare il possibile. Pochi giorni dopo ricevetti un’email dall’agenzia che mi comunicava che avevo superato il terzo colloquio e che avevano fissato una data per l’ultimo colloquio, nel quale sarei stata intervistata da un manager. Mi sentii molto felice. Considerai con ammirazione l’autorità delle parole divine e la verità che finché avessi agito secondo le Sue parole, avrei visto le Sue meravigliose opere.
Nonostante mi sentissi ancora piuttosto nervosa per il colloquio sapevo che Dio mi avrebbe guidato, perché dopo aver sperimentato le Sue meravigliose opere sapevo che Lui è sempre al mio fianco. Così pregai, “Oh Dio! Tu sai che non sono brava nel comunicare e mi manca coraggio. Dammi fede e forza per affrontare questa situazione”. Dopo aver pregato, sentii pace nel mio cuore. Durante il colloquio ero sollevata e pronta a rispondere alle domande. Con mia sorpresa, pochi minuti dopo il colloquio il capo del dipartimento del personale mi comunicò che ero stata accettata dall’agenzia con uno stipendio più alto di quello di tutti gli altri che erano stati assunti. Vedendo tutte queste cose mi commossi, ed ebbi la certezza che quella era una meravigliosa opera di Dio.
Grazie a questa esperienza riconobbi che Dio era sempre al mio fianco per prendersi cura di me e guidarmi. Realizzai anche che Dio è fedele e che la Sua parola ha potere e autorità e che non è vano confidare in Lui. Grazie Dio! Non ho solo trovato un buon lavoro, ma ho anche acquisito conoscenza circa la Sua sovranità e accresciuto la mia fede. Credo che in futuro, con la vicinanza di Dio e la guida delle Sue parole, diventerò più coraggiosa e sicura. Gloria a Dio Onnipotente!