In Apocalisse 3:11, Gesù Cristo disse: “Io vengo tosto; […]”. Molti fratelli e sorelle nel Signore leggono questo versetto e credono che quando Egli ritornerà, scenderà ancora tra i suoi sinceri credenti nell’immagine e negli abiti di un Ebreo, perché in tale foggia è salito al Cielo. Proprio come dice la Bibbia: “Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo” (Atti 1:11). Abbiamo atteso così tanti anni e ora, negli ultimi giorni, le profezie del ritorno del Signore si sono avverate. Tuttavia, nessuno di noi si immagina il Signore Gesù giungere con le fattezze di un Ebreo. Non possiamo fare a meno di chiederci se Egli ci apparirà davvero nelle vesti di un Ebreo dell’epoca quando ritornerà. Dovremmo chiarire questo problema proprio per tale motivo, cioè perché riguarda la grande questione se possiamo accogliere il ritorno del Signore. Diamo un’occhiata retrospettiva a quale tipo di immagini Dio assunse quando apparve all’uomo.
Nell’Età della Legge, Egli si manifestò a Mosè tra i rovi e il fuoco (riferimento: Esodo 3:1-4). Nell’Età della Grazia, sebbene Dio Si fosse fatto carne nell’immagine del Signore Gesù e avesse compiuto la Sua opera in Giudea per diversi anni, Egli non chiese all’uomo di memorizzare la Sua immagine ebraica. Ad esempio, il Signore Gesù fu trasfigurato una volta davanti ai Suoi discepoli, e aveva un volto splendente come il sole, il che non corrispondeva assolutamente a un’immagine ebraica (riferimento: Matteo 17:2); dopo che fu inchiodato sulla croce e risorto, la Sua immagine non era quella precedente, tanto che i due discepoli diretti a Emmaus e Maria Maddalena non Lo riconobbero. Da questi esempi, apprendiamo che l’immagine in cui Dio appare all’uomo non è immutabile e che essa è al di là della definizione dell’uomo. La parola di Dio dice: “Dio è l’eccelso in tutto l’universo, sia nei cieli che sulla terra: come poteva definire pienamente Sé Stesso assumendo forma umana? Dio Si fece carne al fine di attuare una fase della Sua opera. Non c’è alcun significato particolare in queste sembianze umane, e non ha alcuna relazione con il passare delle età, né ha qualcosa a che fare con l’indole divina. […] Quando Dio Si fa carne, discende semplicemente dal cielo rivestito di una carne in particolare. È il Suo Spirito che discende in una carne, mediante la quale Egli compie l’opera dello Spirito. È lo Spirito che Si esprime nella carne, ed è Lui che compie l’opera di Dio nella carne. L’opera attuata nella carne rappresenta pienamente lo Spirito e la carne è ai fini dell’opera, ma questo non significa che l’immagine della carne sostituisca la vera immagine di Dio Stesso; questo non è lo scopo o il significato del Dio fattoSi carne. Egli Si incarna solo per far sì che lo Spirito possa avere un posto adeguato in cui dimorare quando compie la Sua opera, il migliore per attuarla nella carne; cosicché gli uomini possano vedere il Suo operato, entrare in contatto con la Sua indole, ascoltare le Sue parole, e conoscere la meraviglia della Sua opera. Il Suo nome rappresenta la Sua indole, la Sua opera simboleggia la Sua identità, ma Egli non ha mai detto che le Sue sembianze nella carne raffigurassero la Sua immagine, che è semplicemente un concetto umano. […] Il ritratto di Gesù è stato dipinto dall’uomo affinché questi potesse adorarLo. All’epoca, lo Spirito Santo non fornì alcuna indicazione particolare, e così l’uomo ha tramandato il ritratto sino a oggi. In verità, secondo l’intenzione originaria di Dio, l’uomo non avrebbe dovuto farlo. È solo lo zelo dell’uomo ad aver fatto sì che il ritratto di Gesù sia rimasto sino ad oggi. Dio è Spirito, e l’uomo non sarà mai in grado di definire esattamente quale sia la Sua figura in ultima analisi. La Sua immagine può essere soltanto rappresentata dalla Sua indole”.
Dalle parole di Dio, comprendiamo che Egli è il Sovrano supremo. Egli è lo Spirito invisibile, che è senza forma e senza immagini. Dio può ascendere al luogo più elevato e al contempo umiliarsi per divenire uomo. Indipendentemente dall’immagine in cui appare, la Sua sostanza è ancora quella di Dio Stesso. Quando Dio Si fa carne per svolgere la Sua opera, ciò avviene totalmente a causa delle necessità della Sua attività, non allo scopo di sostituire la vera immagine di Dio Stesso con quella della Sua carne. La manifestazione della Sua carne non può rappresentare l’indole di Dio o la Sua vera identità. L’immagine di Dio incarnato non ha nulla a che fare con la sostanza di Dio o con la Sua vera immagine. Solo dalla Sua opera e dalla Sua parola possiamo conoscere l’indole, la sostanza e l’identità di Dio, e che Egli è la verità, la via e la vita. Non dobbiamo considerare l’apparenza della carne di Dio come la Sua vera immagine o trarre conclusioni come “Dio una volta ha assunto l’immagine di un Ebreo, pertanto Egli avrà quest’aspetto per sempre”. Si tratterebbe di una bestemmia e di una calunnia contro Dio. L’immagine che Dio assume è affar Suo e non dipende da noi esseri umani. Inoltre, l’immagine che Egli prende è legata al luogo in cui svolge la Sua opera. Per esempio, nell’Età della Grazia, Dio Si fece carne in Giudea e compì la Sua opera tra gli Ebrei, per cui assunse un’immagine ebraica, indossò gli abiti degli Ebrei e parlò la lingua ebraica. In questo modo, fu relativamente facile per gli Ebrei entrare in contatto con Lui e apprendere di più sulle Sue parole e la Sua opera, ricevendo così la Sua salvezza. Quindi, è talmente logico che ovunque Dio Si farà carne per compiere la Sua opera, Egli assumerà l’immagine della popolazione del luogo. Ma dobbiamo sapere che, indipendentemente dal fatto che il Dio incarnato assomiglierà all’apparenza a questo o a quel popolo, di questo o di quel Paese, la Sua sostanza è ancora Dio Stesso, considerazione al di là di ogni dubbio.
In breve, a prescindere dall’immagine che Egli assume, dal luogo o dal modo in cui appare all’uomo, Dio continua a realizzare la Sua opera. Non dovremmo limitarLo entro un ambito circoscritto o all’interno delle nostre nozioni e immaginazioni, pensando che Egli riapparirà per certo nell’immagine del Signore Gesù. Dovremmo uscire dalle nostre nozioni e immaginazioni per ricercare e indagare la verità e, solo in questo modo, potremo scorgere la manifestazione di Dio e accogliere davvero il ritorno del Signore. Proprio come le Sue parole dicono: “L’obiettivo dell’apparizione di Dio libera dai vincoli di qualsiasi forma o paese significa per Lui essere in grado di completare l’opera del Suo piano. Per esempio, quando Dio Si fece carne in Giudea, il Suo scopo era quello di completare il lavoro della crocifissione per redimere l’intera umanità, eppure gli ebrei credevano fosse impossibile che Dio facesse una cosa simile, e pensavano fosse impossibile che Dio potesse farSi carne e assumere la forma del Signore Gesù. Il loro ‘impossibile’ divenne la base mediante la quale condannarono Dio e Gli si opposero, e alla fine condusse Israele alla distruzione. Oggi molti hanno commesso un simile errore. Arbitrariamente proclamano l’imminente apparizione di Dio e al tempo stesso Ne condannano l’apparizione; il loro ‘impossibile’ ancora una volta confina l’apparizione di Dio entro i limiti della loro immaginazione. […] Mettete da parte la vostra concezione di ‘impossibile’! Più le persone credono che qualcosa sia impossibile, più è probabile che si verifichi, poiché la sapienza di Dio svetta più in alto dei cieli, i pensieri di Dio sono più elevati di quelli dell’uomo e l’opera di Dio trascende i limiti del pensare e del congetturare umano. Più quel qualcosa è impossibile, più la verità deve essere cercata; più quel qualcosa è al di là della capacità umana di concepirlo e immaginarlo, più contiene la volontà di Dio”.
Il vangelo di domenica: in che mondo si può apprendere il ritorno di Gesù