Matteo 2:11 – Letture del giorno – il 16 giugno 2019
Ed entrati nella casa, videro il fanciullino con Maria sua madre; e prostratisi, lo adorarono; ed aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.
Ed entrati nella casa, videro il fanciullino con Maria sua madre; e prostratisi, lo adorarono; ed aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.
La superbia precede la rovina, e l'alterezza dello spirito precede la caduta.
Il timor di Jahvè è scuola di sapienza; e l'umiltà precede la gloria.
E Jahvè disse a Satana: “Ebbene! tutto quello che possiede e in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona”. E Satana si ritirò dalla presenza di Jahvè.
E sua moglie gli disse: “Ancora stai saldo nella tua integrità? Ma lascia stare Iddio, e muori!” E Giobbe a lei: “Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, e rifiuteremmo d’accettare il male?” In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
Ma, ecco, se vo ad oriente, Egli non c’è; se ad occidente, non Lo trovo; se a settentrione, quando vi opera, io non Lo veggo; Si nasconde Egli nel mezzodì, io non Lo scorgo.
Ma d’altronde, anche fra voi, ciascuno individualmente così ami sua moglie, come ama se stesso; e altresì la moglie rispetti il marito.
E quando la serie dei giorni di convito era finita Giobbe li faceva venire per purificarli; si levava di buon mattino, e offriva un olocausto per ciascun d’essi, perché diceva: “Può darsi che i miei figliuoli abbian peccato ed abbiano rinnegato Iddio in cuor loro”. E Giobbe faceva sempre così.
Colui dunque che sa fare il bene, e non lo fa, commette peccato.
Rimetti la tua sorte in Jahvè; confidati in Lui, ed Egli opererà.
O voi fate l’albero buono e buono pure il suo frutto, o fate l’albero cattivo e cattivo pure il suo frutto; perché dal frutto si conosce l’albero.
Perché a chiunque ha, sarà dato, e sarà nell’abbondanza; ma a chiunque non ha, sarà tolto anche quello che ha.
Ed avendo ordinato alle turbe di accomodarsi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, rese grazie; poi, spezzati i pani, li diede ai discepoli e i discepoli alle turbe. E tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene. E quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, oltre le donne e i fanciulli.
Ma Egli rispose: “No, che talora, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insiem con esse il grano. Lasciate che ambedue crescano assieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura, Io dirò ai mietitori: ‘Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel Mio granaio’”.
Beati voi, quando v’oltraggeranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro a voi ogni sorta di male per cagion mia.
Ed ecco una voce dai cieli che disse: “Questo è il Mio diletto Figliuolo nel quale Mi son compiaciuto”.
Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il giorno della sua nascita.