Un giorno, alla fine del 2010, mio marito partì per un viaggio di lavoro. In una cassaforte nel suo ufficio intravidi accidentalmente una scatolina di squisita fattura che celava, nascosto sul fondo, un accordo scritto. Dopo averlo aperto, scoprii che si trattava di un accordo “sugar baby”[a] che mio marito aveva stretto con una donna sui vent’anni. Improvvisamente sentii un ronzio nella testa e mi si annebbiò la mente. Le mani mi tremavano e le gambe vacillavano, e caddi di botto sul pavimento, incapace di muovermi. Non osavo davvero credere che mio marito, su cui avevo sempre contato, mi avesse sul serio tradito.
Pensai a come avevamo iniziato insieme da zero un’attività commerciale di ricambi per auto, sostenendoci e incoraggiandoci a vicenda in ogni fase di questo cammino. Avevamo superato così tanti incidenti di percorso per arrivare dove eravamo allora. C’erano state così tante feste e anniversari, e mio marito mi aveva sempre comprato regali, come gioielli d’argento o d’oro, cercando di rendermi felice. Dopo quasi due decenni di matrimonio, si poteva dire che avevamo attraversato insieme alti e bassi. Non avrei mai immaginato che mi avrebbe tradita a quel modo. Era come un coltello che si rigirava nel mio cuore: me ne stavo nel letto e non smettevo di piangere, lasciando che le mie lacrime inzuppassero il cuscino. Non potevo assolutamente accettare questo fatto, ma riuscivo solo a continuare a gridare nel mio cuore: “Come ha potuto farlo? Perché mi ha tradito? Ho dato così tanto alla nostra famiglia in questi anni di matrimonio e lui è così che tratta me e il nostro focolare domestico. È possibile che il suo cuore abbia pace?”.
Vivevo il tradimento di mio marito come se un coltello, improvvisamente, ferocemente, avesse pugnalato il mio cuore: faceva così male che mi sentivo come se fossi stata fatta a pezzi. Ero piena di odio per quella donna che aveva distrutto la nostra famiglia. A una così giovane età, priva di rispetto per sé stessa: non valeva niente! Trascorsi ogni giorno successivo a questa scoperta nel tormento di quel dolore, senza riuscire a mangiare o a dormire, praticamente in trance. A volte, quando i miei figli mi parlavano, se non fissavo semplicemente nel vuoto senza rispondere, dicevo qualcosa di irrilevante. Ogni giorno che passava sembrava un anno.
Infine, arrivò il tempo per mio marito di tornare dal suo viaggio. Schiaffai l’accordo sul tavolo di fronte a lui e gli chiesi cosa stesse succedendo. Con mia sorpresa, rispose con noncuranza: “Al giorno d’oggi, ogni uomo che disponga di qualcosa mantiene un’amante, e quelli che non ce l’hanno sono considerati degli incapaci. Tra noi si tratta solo di una relazione a pagamento tra un uomo più anziano e una ragazza giovane, per cui non finirò per provare qualcosa per lei: la nostra vita familiare è ancora la mia priorità principale. Dovresti sentirti orgogliosa di avere un marito come me!”.
Sentirlo pronunciare così spudoratamente queste parole fece fremere di rabbia tutto il mio corpo. Mi sentii umiliata, offesa e risentita: tutti questi sentimenti sgorgarono insieme nel mio cuore. Mi sarebbe piaciuto tanto precipitarmi su di lui e dargli un buono, sonoro schiaffone in faccia. Gli urlai contro, isterica: “Avere un marito come te è un’umiliazione per me. Sono stata così cieca da sposarti!”. Lacrime cominciarono a sgorgarmi dagli occhi prima ancora che potessi terminare. Dopo aver finito di piangere, pensai a come avevo messo tanto duro lavoro nei nostri vent’anni di matrimonio, solo per essere scalzata a questo modo da un’amante. Non potevo accettarlo, così mi dissi: “Non posso chinare la testa di fronte a quest’altra donna. Devo salvare il mio matrimonio”.
Mi recai, poi, presso la compagnia China Mobile per ottenere una copia dei registri delle chiamate di mio marito e trovai il numero di telefono di quella donna. Volevo incontrarla e farci due belle chiacchiere. Inaspettatamente, continuò a evitarmi e si fece dare persino un nuovo numero di telefono. Pensai tra me: “Puoi scappare, ma non puoi nasconderti. Se non mostri la faccia, penserò io a un modo per trovare i tuoi genitori e rivelare l’orribile verità del fatto che ti immischi nel matrimonio di qualcun altro, cosicché tutti sapranno che sei una rovina-famiglie, e la tua reputazione sarà rovinata!”. Andai alla stazione di polizia per cercare di scoprire la sua vera identità, ma non ci riuscii. Non avevo altra scelta che rinunciare a quel piano. Dopo ciò litigai con mio marito e lui, per evitare che riuscissi a trovarla, acquistò segretamente un’altra casa e iniziò a vivere con lei. Fui sull’orlo di un crollo nervoso quando lo scoprii, e non riuscivo a mangiare o a dormire. Ogni volta che sentivo che qualcuno aveva visto lui e la sua amante in un qualche luogo di intrattenimento, diventavo pazza e andavo là a cercarli, non importa quanto lontano fosse, che fosse giorno o notte, o persino se i nostri due figli erano rimasti chiusi in casa.
In quel periodo ero stremata mentalmente e fisicamente. Non mettevo nessuna concentrazione nel mio lavoro e avevo addirittura pensieri di morte, ma ogni volta che guardavo le facce dei miei poveri, piccoli bambini, lasciavo perdere qualsiasi idea di suicidio. Ma ancora non riuscivo ad accettare che le cose stessero com’erano, per cui continuai a darmi da fare per recuperare il mio matrimonio. Provai a spaventare mio marito non prendendomi cura dei bambini, ma lui non ebbe assolutamente nessuna reazione. Feci in modo che i suoi genitori e i suoi amici lo ammonissero, ma lui non voleva ascoltare nessun consiglio e si limitò a scacciarli. Vederlo comportarsi così spietatamente fu per me demoralizzante, ma allo stesso tempo ero piena di odio e di desiderio di vendetta. Pensai: “Mi hai fatto del male e hai reso la mia vita orribile, per cui mi assicurerò che anche la tua lo sia! Non solo farò causa a tutti e due, ma vi umiliarò, trascinerò i vostri nomi nel fango. Non vi permetterò di cavarvela facilmente!”.
Proprio mentre stavo ribollendo di rabbia e vivevo ogni giorno in un dolore da cui non riuscivo a districarmi, la sorella di mio marito mi diede un libro di parole di Dio e mi chiese di leggerlo spesso, e aggiunse che solo Lui poteva lenire ogni ferita nel mio cuore. Suonò anche un inno per me: le mie lacrime sgorgarono quando ascoltai le parole che cantavano: “Lì io vagavo per il mondo, non un filo di speranza, col cuore pieno di oscurità” (“Io sto camminando sulla strada per il Regno” in Segui l’Agnello e canta dei canti nuovi). Sentii che quest’inno esprimeva perfettamente la condizione attuale della mia vita. Ripensai a come, per il bene del matrimonio e per avere una vita familiare meravigliosa e felice, avevo silenziosamente dato quello che potevo e avevo lavorato sodo senza un lamento, senza mai aspettarmi che quanto avrei ricevuto in cambio sarebbe stato il tradimento spietato di mio marito. Era la persona più vicina a me ed era stato proprio lui a ferirmi più profondamente. Non sapevo di chi al mondo mi sarei più potuta fidare e percepivo di vivere una sofferenza così grande da essere sul punto di soffocare. Mi sentivo così desolata e indifesa, e avevo perso la speranza nella vita. Se non fosse stato per i miei due figli, non avrei saputo per quale motivo avrei dovuto continuare a vivere.
Avevo tutto il viso rigato di lacrime dopo aver ascoltato l’inno e, poi, mia cognata lesse per me questo estratto dalle parole di Dio: “L’umanità, che ha abbandonato la fonte di vita dell’Onnipotente, non comprende la propria esistenza, eppure teme la morte. Non c’è nessun sostegno, nessun aiuto, ma l’umanità rifiuta comunque di chiudere gli occhi, affrontando tutto, portando avanti un’esistenza ignobile in questo mondo, in corpi privi della coscienza delle anime. […] L’Onnipotente ha pietà di questi esseri umani che soffrono profondamente. Allo stesso tempo, Egli è stanco di queste persone senza consapevolezza, perché deve aspettare troppo a lungo per ricevere una risposta da loro. Egli vuole cercare, cercare il tuo cuore e il tuo spirito. Vuole portarti acqua e cibo e svegliarti, in modo che tu non abbia più né sete né fame. Quando sarai stanco e quando comincerai a sentire la desolazione di questo mondo, non essere perplesso, non piangere. Dio Onnipotente, l’Osservatore, accoglierà il tuo arrivo in qualsiasi momento” (“Il sospiro dell’Onnipotente”). A queste parole di Dio scoppiai in lacrime. Le percepivo come una corrente di calore che fluiva nel mio cuore e che mi lasciava con una forte sensazione di intimità e di tenerezza. Proprio quando il tradimento di mio marito mi aveva fatta sentire pessimista e scoraggiata nei confronti del genere umano e, inoltre, sola, senza nessuno a cui appoggiarmi, la salvezza di Dio era venuta su di me. Ascoltando quell’inno e leggendo le parole di Dio, avevo sperimentato il Suo amore e il Suo interesse per me e avevo capito che Lui mi era sempre stato accanto, aspettando e prendendosi cura di me, in attesa che io tornassi a Lui. In quel momento, mi sentii come una bimba orfana e indifesa che sente sua madre che la chiama: compresi che dopo anni di smarrimento ero finalmente ritornata da mia madre.
Dopo aver accettato l’opera di Dio, iniziai a partecipare frequentemente agli incontri con i fratelli e le sorelle, a leggere le Sue parole e a cantare inni in Sua lode. Quando mi sentivo turbata Lo pregavo e, con la guida delle Sue parole, il mio stato d’animo migliorava enormemente. Percepii che ancora una volta avevo qualcosa su cui contare nella vita. Circa un mese dopo, venni a sapere che l’amante di mio marito aveva richiesto beni e una posizione ufficiale e, quando lui non aveva acconsentito, era scomparsa. Così era finito il suo flirt. Mi rallegrai segretamente pensando che questo avrebbe messo mio marito su una strada onesta da quel momento in poi e, per il bene dei nostri figli, mi sforzai molto per dimenticare il passato e ricominciare da capo con lui.
Note a piè di pagina:
1.“Mentre un sugar daddy viene impersonato da un uomo maturo e benestante in cerca di compagnia e affetto, una sugar babe rappresenta una donna giovane che aspira ad uno stile di vita benestante”. https://it.wikipedia.org/wiki/Sugar_dating
Continua…
Seconda parte: Come superare il tradimento del marito (II)