Una persona sola, una valigia enorme, un volo internazionale, una città sconosciuta in una terra straniera: questa era la scena la prima volta che mi recai all’estero. Priva dell’appoggio di famiglia, amici o conoscenti: non mi ero mai trovata in una situazione così strana prima. Poiché sapevo solo poche parole in coreano, tipo “안녕하세요 (Ciao!)” e “감사합니다 (Grazie!)”, il mio nervosismo era di gran lunga maggiore della curiosità e dell’emozione di una nuova vita all’estero.
La mia prima tappa in Corea del Sud fu la scuola in cui ero venuta a studiare. Lì, mi diedero una stanza molto piccola per cui dovevo pagare 250.000 won, cioè 195 euro. Non mi ero portata molti soldi, perciò realizzai che avrei dovuto trovarmi un lavoro part-time. Quando però chiesi ai miei nuovi compagni di classe di aiutarmi a trovarne uno, mi dissero che chi non parlava la lingua poteva trovare lavoro solo come lavapiatti. L’idea non mi piaceva, ma pur di guadagnare qualcosa risposi, arrossendo: “Ok, posso farlo”.
Tuttavia, per giorni e giorni ricevetti risposte come “Al momento non ci servono lavapiatti. Prova a chiedere in giro”. Mettevo su un sorriso forzato e rispondevo: “Grazie lo stesso. Se dovesse liberarsi un posto, fatemi sapere”.
Dopo le lezioni me ne andavo a casa a piedi con l’animo appesantito. Pensando che presto avrei dovuto pagare l’affitto per il semestre successivo e contando i pochi soldi rimasti in borsa, caddi in uno stato di profondo disagio. La preoccupazione lasciò il posto alla paura. Camminavo per quelle strade chiassose, osservando i sorrisi radiosi delle persone e sentendo le loro risate: li invidiavo così tanto che sospiravo a ogni pie sospinto. Intanto, paura, lamenti, solitudine e impotenze si facevano largo dentro di me, e le lacrime mi scorrevano sul viso incontrollate.
In quel momento, improvvisamente, mi ricordai che prima di lasciare casa, mia madre mi aveva confortata dicendo: “Lele, non sarò con te all’estero. Qualunque cosa ti accada, ricorda di fare affidamento su Dio e volgi lo sguardo a Lui. Dio è onnipotente ed è al nostro fianco, e finché ci appelliamo a Lui, Egli ci aiuterà in ogni occasione”. Sì, io credo in Dio e mi sono presa un impegno davanti a Lui: dopo essermi trasferita all’estero, avrei pregato Dio e mi sarei affidata a Lui per superare le difficoltà, così che ogni aspetto del mio carattere potesse essere temprato. Invece, di fronte alle difficoltà mi ero dimenticata del mio voto. Ripensandoci, pregai Dio nel mio cuore: “Dio, cosa dovrei fare? Non ho ancora trovato un lavoro. Non mi sono rimasti molti soldi, come posso continuare a vivere qui? Caro Dio, ho paura. Ti prego, aiutami!”.
In seguito, vidi queste parole di Dio: “Tutte le cose sotto le disposizioni e la sovranità di Dio obbediscono a leggi naturali e, se decidi di lasciare che Egli disponga e detti ogni cosa per te, devi imparare ad aspettare, a cercare, a sottometterti. Questo è l’atteggiamento che deve assumere chiunque voglia assoggettarsi all’autorità di Dio, la qualità fondamentale che deve possedere chiunque voglia accettare la Sua sovranità e le Sue disposizioni. Per tenere un simile atteggiamento, per possedere una simile qualità, dovete lavorare più sodo; soltanto così entrerete nella vera realtà. […]”. Pensai: “Giusto! Ogni cosa è controllata e disposta da Dio, e tutto andrà come deve andare secondo i piani di Dio. Anche se sono in difficoltà, Dio è onnipotente e io credo che mi aiuterà e disporrà tutto a tale scopo. L’unica cosa che posso fare, ora, è pregare Dio, perseguire la Sua volontà, e accettare e sottomettermi alle Sue disposizioni e orchestrazioni”. Dopo aver compreso parte della volontà di Dio mi sentii molto più sollevata: non ero più depressa come prima. Pregai Dio per affidarGli di nuovo le mie difficoltà e per chiederGli di guidarmi e aiutarmi.
Un giorno, poco dopo questo episodio, un mio compagno mi disse che una pizzeria lì vicino cercava qualcuno part-time. Mi si illuminarono gli occhi e dissi subito: “Ci provo”. Dopo le lezioni andai alla pizzeria. Il proprietario mi disse che sarei stata in prova per una settimana, e che se avessi lavorato bene mi avrebbe assunta. Pensando che ottenere quel lavoro mi avrebbe dato i soldi di cui avevo bisogno per pagare la retta e la camera, e che questo mi avrebbe permesso di sistemarmi e studiare in quel paese, mi sentii felice anche se quella prima settimana non avrei percepito alcuna paga.
Tuttavia, la pizzeria faceva molti tipi di pizza ed erano tutti diversi. Io non avevo mai lavorato prima e non conoscevo quelle ricette, perciò impararle mi risultava davvero difficile. Anche se continuavo a ricordarmi di stare attenta e di non commettere errori, il quinto giorno, ancora, confusi delle ricette e commisi un errore. Il capo mi riprese di fronte agli altri dipendenti e mi fece il verso. Ero profondamente imbarazzata e la mia autostima ne subì dei grossi danni, al punto che iniziai a piangere sonoramente. Più tardi, sentii i miei colleghi dire: “Il capo trova sempre difetti nei nuovi assunti durante il periodo di prova. Loro lasciano e così lui continua ad avere manodopera gratis”. La cosa mi deluse molto e pensai che non sarei riuscita a tenermi il posto.
Una volta arrivata a casa, mi lasciai cadere sul letto, consapevole che i soldi che avevo non erano abbastanza nemmeno per l’affitto, e ben sapendo che ancora non avevo un lavoro. Mentre guardavo il cielo notturno, vuoto, attraverso la finestrella della mia camera, mi sentii avvolgere da un senso di miseria e solitudine. Non potei fare altro che condividere con Dio il dolore che avevo nel cuore: “Dio, cosa devo fare? Non ho un posto dove andare. Dio, dove sei? Ti prego, guidami sul cammino davanti a me”.
Dopo la preghiera pensai a un passo della Bibbia: “Non siate dunque con ansietà solleciti, dicendo: Che mangeremo? che berremo? o di che ci vestiremo? Poiché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; e il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte. Non siate dunque con ansietà solleciti del domani; perché il domani sarà sollecito di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Matteo 6:31-34). In quel momento sperimentai una rivelazione improvvisa e dissi a me stessa, tra me e me: “Non preoccuparti. Dio conosce le mie difficoltà: mi darà da mangiare e da vestirmi, non mi condurrebbe mai in un vicolo cieco. Nel mezzo delle difficoltà devo solo pregare Dio e affidarmi a Lui, cercando di comprendere la Sua volontà. Dio penserà a tutto”.
Quel pensiero mi fece sentire particolarmente sollevata e saggia. Non potei fare a meno di ricordare tutte le volte che avevo avuto esperienza dell’opera di Dio ed ero stata testimone delle Sue azioni meravigliose, da quando avevo iniziato a credere in Lui fino a quel giorno. Una volta, in Cina, avevo dovuto trovare un nuovo posto in cui vivere in un giorno. Mi era sembrata una sfida impossibile. Invece, continuando a rivolgermi a Dio e pregandoLo, affidandomi completamente a Lui e adorandoLo, quella sera trovai una casa in affitto che non era affatto male. Ringraziai Dio e Lo lodai dal profondo del mio cuore. Inoltre, prima di partire per la Corea, avevo dovuto depositare 70.000 RMB (ca. 8.900 euro) a mio nome presso l’agente di viaggio; la mia famiglia non possedeva tutto quel denaro e la cosa ci preoccupava molto. Non sapevamo cosa fare, ma mio zio mi prestò 70.000 RMB di sua iniziativa, così potei partire senza intoppi.
Tutti quei ricordi del passato erano ancora freschi, il che mi diede l’impressione che Dio mi stesse guidando da sempre. Ora, Dio mi aveva condotta lì per farmi imparare ad affidarmi a Lui e rivolgermi a Lui nei momenti difficili della mia vita, così da rafforzare la mia volontà e accrescere la mia statura spirituale. Tutto ciò stava accadendo perché Dio stava mettendo tutto Se Stesso nell’intento di salvarmi. A quel pensiero iniziai a piangere. Non erano lacrime di miseria, ma di commozione. Grazie all’amore di Dio non ero più preoccupata per il mio futuro: ero sicura che Dio avrebbe aperto una strada per me che mi permettesse di superare le difficoltà.
In seguito, per caso, mi raccomandarono come insegnante di cinese in un’accademia di lingua cinese. Prima del colloquio ero nervosa, perciò mi inginocchiai e pregai Dio: “Dio, grazie per aver disposto questo colloquio per me. Sono disposta ad affidarmi a Te e rispettarTi. Che il colloquio vada bene o male sarai Tu a deciderlo, ed io obbedirò alle Tue disposizioni e al Tuo comando”. Sull’autobus verso l’accademia, riflettei sulle parole di Dio: “Il cuore e lo spirito dell’uomo sono governati dalla mano di Dio e tutta la vita dell’uomo è sorvegliata dal Suo vigile sguardo. Che tu ci creda o meno, tutte le cose, senza eccezione alcuna, vive o morte, si muovono, mutano, si rinnovano e scompaiono secondo il pensiero di Dio. Questo è il modo in cui Dio governa su tutte le cose”. Esatto! Che la commissione mi trovasse adatta e che il colloquio andasse bene era tutto nelle mani di Dio, era Lui a deciderlo, perché Dio comanda e controlla il cuore e lo spirito di ognuno di noi. In quel momento, il nervosismo e la preoccupazione iniziarono a diminuire e io fui in grado di affrontare il colloquio con serenità.
Il colloquio fu un successo. Nel momento in cui mi dissero che avevo ottenuto il lavoro come insegnante di cinese, piansi. Ringraziai Dio dal profondo del mio cuore, ripetutamente, e compresi davvero il significato delle parole “Dio inizia alla fine delle capacità dell’uomo”.
Tuttavia, rette scolastiche e costo della vita erano alti in Corea, perciò non riuscivo a mantenermi facendo solo quel lavoro. Ora, però, non ero preoccupata e in ansia come io ero stata in precedenza. Invece, pregavo Dio ogni giorno e leggevo le Sue parole correttamente, canticchiando inni delle parole di Dio mentre camminavo. Mi sentivo arricchita nell’animo.
La cosa più bella fu che un mio studente mi raccomandò come insegnante in una scuola materna internazionale. Era vicino all’accademia, perfetto per un secondo lavoro part-time. Ma, cosa ancora più inaspettata, durante il periodo in cui lavorai alla scuola materna, sempre più genitori mi assumevano per fare da tutor ai loro bambini individualmente, perciò divenni anche un’insegnante privata. Ciò mi permise di guadagnare abbastanza soldi per pagare la retta e le spese vive per quel semestre, e anche la retta per il semestre successivo. Poco a poco, riuscii anche a migliorare il mio coreano: riuscivo a comunicare con gli altri sull’autobus e quando andavo a fare la spesa, era più facile gestire il mio conto in banca e altre cose di quotidiana utilità. A volte, mentre andavo al lavoro, guardando il cielo terso, inalando il profumo dei fiori e ascoltando gli uccellini cinguettare, mi sentivo così soddisfatta e felice che non potevo fare a meno di canticchiare delle canzoni di lode a Dio.
Nel bel mezzo della notte, nel silenzio più totale, restavo sdraiata a letto e ripensavo a tutto il tempo che avevo passato in quel paese. Ogni evento mi compariva davanti agli occhi come un film, ancora molto fresco nella mia mente. In passato avevo pianto tanto per tristezza e per paura, ma cercando e pregando avevo ottenuto la guida di Dio passo dopo passo. Percepivo davvero l’amore di Dio e la Sua presenza, e vedevo le Sue azioni meravigliose, perciò comprendevo un po’ meglio la Sua onnipotenza e la Sua sovranità, il che mi portava ad avere ancor più fede in Lui.
In futuro, qualunque difficoltà o ostacolo incontrerò, resterò sempre salda nella mia decisione: qualunque difficoltà affronterò in futuro, non avrò paura perché Dio è con me.
Confidando in Dio, ho trovato molto più di un semplice lavoro