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Che cosa dovremmo perseguire nella nostra fede in Dio?

Io, che ho creduto in Dio per molti anni, ho sempre pensato che avere fede in Lui fosse seguirLo e pregarLo spesso, per proteggersi dai disastri, fosse ricevere la grazia e predicare il Vangelo e renderGli testimonianza: pensavo che questo fosse credere veramente in Dio. Tuttavia, ho scoperto recentemente che ogni volta che incontro difficoltà e avversità, non ho fede in Dio e in me albergano incomprensioni e biasimo nei Suoi confronti. Per esempio, quando mi ammalai e Dio non allontanò la mia malattia anche se avevo pregato, la mia fede in Lui si indebolì, finché alla fine non fui nemmeno disposto a pregarLo; quando mi imbattei in varie difficoltà e frustrazioni nella mia vita, mi lamentai spesso di Dio nel mio cuore e pensai che Egli avrebbe dovuto mantenere la pace nella mia famiglia e non permettere a queste cose spiacevoli di colpirmi, poiché frequentavo regolarmente gli incontri, pregavo e leggevo la Bibbia ogni giorno. E così, una volta dopo l’altra, mi colmai di fraintendimenti e lamentele verso Dio. Prima di allora non avevo iniziato ad analizzare me stesso: sono un vero cristiano? Credo in Dio, se agisco in questo modo?

Ripensandoci, quando Dio condusse gli Israeliti fuori dall’Egitto, Egli compì molti segni e prodigi miracolosi. Ad esempio, divise il Mar Rosso per liberarli da tale difficile situazione. Quando la gente comune vide queste mirabili opere di Dio, si rallegrò, saltò di gioia e Lo lodò. In quel momento, la loro fede e lode a Dio sembravano essere molto sincere. Tuttavia, quando gli Israeliti si trovarono a vagare nel deserto e non ebbero nulla da mangiare, parve che avessero sofferto di una perdita di memoria e si fossero dimenticati completamente la grazia di Dio nel liberarli dalla schiavitù egiziana. Essi presero, pertanto, a lamentarsi con Dio perché li aveva condotti fuori dall’Egitto, dove potevano mangiare carne, e perché li faceva soffrire di stenti nel deserto. Le loro lamentele risuonarono costantemente durante i quarant’anni che essi trascorsero nel deserto. In passato, ogni volta che leggevo nella Bibbia di come gli Israeliti si ribellarono a Dio, provavo una grande rabbia in me e pensavo: “Hanno vissuto l’esperienza di così tante mirabili opere di Dio, ma perché, quando si sono trovati ad affrontare un piccolo problema, non hanno più avuto fede in Lui? Perché lodavano Dio quando ricevevano da Lui grazia e benedizioni, ma si lamentavano di Lui quando incontravano qualche difficoltà?”. In quel momento mi accorsi di come anch’io spesso mi lamentavo con Dio nel mio cuore, a causa di eventi spiacevoli, e poi compresi che possedere una vera fede in Dio non è semplice come avevo immaginato. Se non abbiamo una fede sincera, ognuno di noi si lamenterà, proprio come fecero gli Israeliti. Ma perché ci lamentiamo di Dio ogni volta che ci imbattiamo in eventi sgraditi? Confuso, iniziai a cercare ovunque una soluzione a questa domanda.

Fino al giorno in cui lessi i seguenti due passi in un libro sulla spiritualità: “Oggi, c’è ancora chi crede in Dio in quanto mera norma e vuota dottrina. Questi individui sono ignari del fatto che la loro fede in Dio non ha sostanza e che non possono avere la Sua approvazione, e tuttavia pregano per ottenere da Lui la pace e la grazia sufficiente. Dovremmo fermarci a chiederci: la fede in Dio può essere realmente la cosa più semplice del mondo? Credere in Dio non vuol dire altro che ricevere abbondante grazia da Lui? Le persone che credono in Lui, ma non Lo conoscono e Gli si oppongono, possono realizzare veramente il desiderio di Dio?” (“Soltanto chi ha esperienza dell’opera di Dio crede veramente in Dio”). “Le Mie azioni sono più numerose dei granelli di sabbia sulle spiagge e la Mia saggezza è più grande di quella di tutti i figli di Salomone, eppure gli uomini pensano a Me esclusivamente come a un medico di poco conto e un insegnante sconosciuto per l’uomo! Quanti credono in Me solo perché così li guarirei? Quanti credono in Me solo perché così userei i Miei poteri per scacciare gli spiriti impuri al di fuori dei loro corpi? E quanti credono in Me semplicemente per ricevere pace e gioia da Me? Quanti credono in Me soltanto per chiederMi più ricchezze materiali, e quanti credono in Me soltanto per trascorrere questa vita in sicurezza e per essere sani e salvi nel mondo che verrà? Quanti credono in Me solo per evitare le sofferenze dell’inferno e per ricevere le benedizioni del cielo? Quanti credono in Me solamente per un conforto temporaneo, ma non cercano di guadagnare qualcosa nel mondo che verrà? Quando abbattei la Mia furia sull’uomo e confiscai tutta la gioia e la pace che egli possedeva in origine, l’uomo divenne dubbioso. Quando diedi all’uomo la sofferenza dell’inferno e rivendicai le benedizioni del cielo, la vergogna dell’uomo si mutò in rabbia. Quando l’uomo Mi chiese di guarirlo, però Io non lo considerai e provai disgusto per lui, l’uomo se ne andò da Me e cercò la via degli stregoni e della magia. Quando portai via tutto quello che l’uomo Mi aveva richiesto, tutti loro sparirono senza lasciare traccia. Di conseguenza dico che l’uomo ha fede in Me perché Io dono troppa grazia e c’è fin troppo da guadagnare(“Che cosa sai della fede”).

Questi due passi contengono davvero autorità e potere. Essi contribuirono a definire con precisione le mie intenzioni e le mie prospettive sbagliate nella fede che avevo in Dio. Fu evidente che essa aveva il solo scopo di chiedere grazia e di ottenere le Sue benedizioni e protezione, e che non avevo mai veramente adorato e conosciuto Dio. Pertanto, ogni volta che le benedizioni di Dio giungevano su di me, Lo ringraziavo e Lo lodavo; ma non appena mi trovavo ad affrontare difficoltà e sciagure, nel mio cuore cominciavano a formarsi lamentele contro di Lui. Non stavo forse facendo accordi con Dio nella mia fede in Lui? Dio è il Creatore, ma io lo trattavo meramente come l’oggetto a cui potevo inoltrare richieste. Non lo stavo forse usando? Avevo pensato che partecipare agli incontri, pregare Dio in ogni occasione e predicare spesso il Vangelo per renderGli testimonianza, significasse che avevo una fede sincera in Lui e potevo pertanto ottenere la Sua approvazione. Non avevo mai riflettuto sul fatto che ci fossero così tante impurità e intenzioni sbagliate nella mia fede. Come poteva essa essere considerata sincera? E come avrei potuto ricevere l’approvazione di Dio? Egli indaga i cuori delle persone. Grazie a queste parole, le corruzioni e le impurità presenti nella mia fede si rivelarono in modo molto approfondito ed io giunsi a comprendere che la ragione per cui fraintendevo e incolpavo Dio, quando mi trovavo in una situazione difficile, era la mia mancanza di una fede sincera in Lui.

Prendendo coscienza del problema che esisteva in me, iniziai a ricercare il corretto punto di vista da perseguire nel credere in Dio. In un libro lessi un passo: “La fede in Dio è ciò che ti consente di ubbidire a Dio, di amarLo ed eseguire il dovere da svolgere in quanto creatura di Dio. Questo è lo scopo della fede in Dio. Devi giungere a conoscere la bellezza di Dio, e come sia degno di riverenza, e come, nelle Sue creature, Dio compie l’opera di salvezza e le rende perfette: questo è il minimo che dovresti possedere come fede in Dio. La fede in Dio è principalmente il passaggio da una vita nella carne a una di amore per Dio, da una vita di spontaneità a una vita nell’essere di Dio, svincolata dal dominio di Satana e posta sotto la custodia e la protezione di Dio, capace di obbedire a Dio e non alla carne, permettendo a Dio di guadagnare tutto il tuo cuore, di renderti perfetto e liberarti dall’indole satanica corrotta. Credere in Dio è soprattutto fare in modo che possano manifestarsi in te la potenza e la gloria di Dio, cosicché tu possa fare la volontà di Dio, realizzando il Suo piano e potendo renderGli testimonianza davanti a Satana(“Tutto viene compiuto dalla parola di Dio”). Solo allora compresi che la fede in Dio non dovrebbe essere una ricerca di benedizioni terrene. Piuttosto, che avrei dovuto dedicarmi a conoscere Dio, a obbedirGli, ad amarLo, a compiere il dovere di un essere creato e a renderGli testimonianza. Ed è questa la ricerca che avevo più bisogno di perseguire nella mia fede in Lui.

Ripensiamo alle buone testimonianze che i santi di tutti i tempi hanno reso a Dio. Ad Abramo, da Lui benedetto, fu dato un figlio quando aveva cento anni. Tuttavia, quando suo figlio fu adolescente, Dio chiese ad Abramo di offrirlo come olocausto. Egli non si lamentò né discusse con Dio, ma fu sinceramente pronto a restituirGli il suo unico amato figlio. Grazie alla sua assoluta obbedienza, Dio benedisse i suoi discendenti, perché fossero una grande nazione. Come altro esempio, Giobbe, a causa della tentazione di Satana, perse una gran quantità di pecore e buoi, e tutti i suoi figli, e inoltre l’intero suo corpo si coprì di piaghe doloranti, che gli causavano una sofferenza lancinante sia nella carne, che nelle ossa. Dopo di ciò, Giobbe si trovò ad affrontare i giudizi e gli attacchi di sua moglie e di tre amici. Durante queste prove, egli non si lamentò minimamente e anzi lodò Dio, dicendo: “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè” (Giobbe 1:21). Grazie alla sua fede in Dio, Giobbe ricevette grandi benedizioni da Lui. Ci fu anche Pietro, che si concentrò solo sul perseguimento della verità e sulla conoscenza di Dio. Poiché aveva un cuore colmo di desiderio e di ricerca della verità, egli sviluppò gradualmente una vera comprensione di Dio e un cuore pieno di ammirazione per Lui. Alla fine, per amor Suo egli venne crocifisso a testa in giù, e recò con ciò una testimonianza bella e forte. L’obiettivo di Pietro era seguire il cuore di Dio e nel credere in Lui egli cercava solo di conoscerLo, amarLo e compiacerLo, piuttosto che inseguire semplicemente qualcosa per sé stesso. Pertanto, il Signore Gesù disse: “E io altresì ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; e tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato ne’ cieli, e tutto ciò che avrai sciolto in terra sarà sciolto ne’ cieli(Matteo 16:18-19).

La testimonianza dei santi del passato elogiati da Dio mi permette di comprendere che credere veramente in Lui è cercare di conoscerLo e obbedirLo, agire secondo le Sue disposizioni e divenire così una persona che Lo ama sinceramente. Inoltre, tale testimonianza capovolge la mia precedente immaginazione e la prospettiva della mia fede in Dio, il mantenere il nome di Dio e cercare il pane per soddisfare la fame. In aggiunta a ciò, mi mostra il modo di praticare nella mia ricerca futura, in cui dovremmo tutti tentare di avere in Dio una fede sincera come quella di Abramo, di Pietro e di Giobbe, provando ad amare Dio e a realizzare la Sua volontà, e a essere con Lui in armonia. E solo questo è ciò che un credente in Dio dovrebbe ricercare.

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